Gustosa, lievemente asprigna, molto dissetante: la melagrana, ovvero il frutto del melograno, da tempo è stato inserito nella lista dei superfood, il merito va alle incredibili proprietà dei suoi chicchi che, dal punto di vista nutrizionale, pare donino benessere e aiutino a prevenire alcune importanti patologie. In cucina si presta a diversi utilizzi e centinaia di ricette: dal classico estratto, il tanto decantato succo di melograno, al liquore, dai dolci agli arrosti.

Ma partiamo dal principio: melagrana o melograno? Anche se è di uso comune la dicitura “melograno” per indicare il frutto, il melograno in realtà è un albero. La melagrana, invece è la bacca ovvero il frutto. Aprendone la coriacea buccia si scopre uno scrigno di chicchi di colore rosso vivo, sono questi semi o arilli le parti edibili dell’intera pianta. Le varietà che si trovano in Italia (Dente di Cavallo, Neirana, Profeta Partanna, Selinunte, Ragana e Racalmuto) arrivano sulle tavole a partire dall’autunno sino ai primi mesi dell’inverno e sono tutte adatte ad essere consumate fresche. Il frutto si può dire maturo quando si presenta di colore rosso vivo con sfumature gialle, senza macchie o spaccature. Non si dovrebbe mai acquistare melagrane acerbe perché, come per le ciliegie, la maturazione avviene solo sull’albero.

Ma come si mangia la melagrana? Si posso adoperare sia i chicchi che il succo. In entrambi i casi prelevatene i semi con l’accortezza di eliminare la membrana bianca o cica (dal sapore amarognolo) che li protegge. Un modo semplice e veloce per aprire il frutto è tagliarne la calotta superiore e inciderne profondamente la buccia come se ci si trovasse davanti un’arancia. Posizionate la melagrana incisa sopra una ciotola con la parte aperta verso il basso e battetela con decisione con un cucchiaio di legno per farne cadere i chicchi.

A questo punto, per ricavare il succo di melograno anche senza centrifuga o estrattore, trasferite i chicchi in uno schiacciapatate e spremeteli facendo colare il liquido in una seconda ciotola. Prima di adoperarlo, passatelo in un colino a maglie fitte per eliminare le parti legnose dei semi ed eventuali pezzetti di pellicina amarognola. Ricordate: questa spremuta rossa dalle potenti virtù antiossidanti e drenanti andrebbe consumata il prima possibile, meglio se appena preparata, per preservarne il contenuto in vitamina C. Volete conservarlo? Trasformato in sciroppo, il succo di melograno può mantenere inalternato il suo delizioso gusto sino a 6 mesi. Per trasformare una parte o tutto il vostro succo in granatina, ovvero lo sciroppo di melograno più famoso al mondo, misuratene la quantità desiderata e fatelo sobbollire per una ventina di minuti con una quantità di zucchero pari al doppio del suo peso. Versatelo ancora caldo in bottiglie di vetro con tappo a vite e immergetele completamente in una pentola di acqua bollente.

E per quanto riguarda le ricette con la melagrana un po’ più complesse? Chicchi e succo di melograno sono ingredienti ideali per fare i dolci, per esempio per guarnire crostate, creme, budini e cheesecake, come per antipasti, primi e secondi gourmet. Si possono adoperare per insaporire le insalate o per arricchire sughi e ripieni. Sono perfetti con gli arrosti e non disdegnano l’abbinamento sia con carni complesse e molto saporite (per esempio la selvaggina) sia con la polpa delicata di crostacei e pesci delicati (per esempio branzino e orata). Il tocco in più? Per i menu di Natale e il buffet del cenone di Capodanno potete utilizzarli anche per creare spettacolari aperitivi in rosso, cocktail e drink analcolici. Vi porteranno fortuna!