• Procedura
    1 ora 15 minuti
  • Cottura
    35 minuti
  • Persone
    8
  • Difficoltà
    facile

Ingredienti

Preparazione

1) Procurati 250 g di datteri freschi, elimina il nocciolo dei frutti e trita la polpa. Se non trovi i datteri freschi, puoi cuocere i datteri secchi a vapore per 10 minuti prima di usarli: torneranno morbidi e carnosi. Trita finemente anche 100 g di gherigli di noce e 100 g di mandorle spellate. Amalgama il trito di datteri e frutta secca con 1 cucchiaio di miele, meglio se di agrumi, 80 g di zucchero a velo e 60 g di burro fuso. Sguscia 4 uova e separa tuorli e albumi.

2) Lavora i 4 tuorli in una ciotola fino a farli divenire chiari e spumosi. Aggiungi 1 pizzico di semi di vaniglia, ridotti in polvere, 1 cucchiaio di succo d’arancia, unisci poi 30 g di fecola e il composto di datteri e frutta secca. Monta i 4 albumi a neve ben ferma e incorporali all’impasto. Versa il tutto in uno stampo del diametro di 24 centimetri dal fondo rimovibile, ben imburrato, e livella con il dorso di un cucchiaio inumidito.

3) Metti la torta di datteri in forno, già caldo, a 220° C e cuoci per 20 minuti. Abbassa la temperatura del forno a 200° C e prosegui la cottura per altri 15 minuti. Sforna la torta cotta su una gratella e falla raffreddare. Intanto, prepara la glassa: mescola 200 g di zucchero a velo con il succo di 1 limone e 1 albume d’uovo, creando una crema omogenea. 

4) Incidi in senso verticale 12-15 datteri secchi (o freschi) interi, elimina il nocciolo e ricomponili. Sforma il dolce, fallo intiepidire e coprilo bene con la glassa. Decoralo con i datteri interi denocciolati, disponendoli a raggiera lungo il bordo, prima che la glassa di zucchero si sia completamente solidificata.

Questa torta alla tunisina (preparata senza farina e quindi senza glutine) rispecchia i sapori del Nord Africa. Dolce e gustosa, sfrutta un frutto poco usato da noi. Da provare e servire agli ospiti sia per una pausa té dal sapore maghrebino sia come dessert. 

La palma da dattero è tra i primi alberi da frutto coltivati nella storia. Il nome europeo viene dal greco “daktilos”,”dito”, che ha più di un’assonanza con l’arabo “deglet”, che significa la stessa cosa. La varietà più apprezzata, per la qualità superiore e il gusto di miele, è la Deglet-en-Nour o Degla-Nur (letteralmente le “dita della luce” in arabo, riferito alla forma elegante e alla trasparenza ambrata dei frutti che, se sollevati verso il sole, ricordano le dita). Con i datteri si produce il nabidh, vino che si dice prediletto da Maometto, e – sempre di origine tunisina – il thibarine, un liquore, aromatizzato con erbe varie. Una parte dei frutti raccolti viene fatta seccare al sole, per aumentare la concentrazione degli zuccheri e la loro conservazione. Oltre che come ingrediente, si gustano freschi o secchi, al naturale o denocciolati e poi farciti con formaggi morbidi (da provare mascarpone e Roquefort), creme o mandorle.