Ciliegia

La ciliegia, frutto del ciliegio, una pianta antichissima (sembra che risalga al VII e VI secolo a.C.) originaria dell’Oriente, nell’area compresa tra il Mar Caspio e l’Anatolia, e diffusasi poi anche in Europa. Noccioli di ciliegie sono stati trovati in alcuni resti di abitazioni lacustri di popoli preistorici.

Esistono due tipi di ciliegio. C’è quello dolce, il «Prunus avium», che prese il nome da «avis», uccelli, perché questi, nelle loro migrazioni, dall’Asia Minore verso l’Europa, ne portarono i semi. E c’è il ciliegio acido,«Prunus cerasus», che produce le amarene.

Le ciliegie dolci si distinguono in due grandi gruppi: le duracine o duroni, di colore che va dal giallo-rosa pallido al rosso intenso, polpa soda, poco succosa, ben attaccata al nocciolo; le tenerine o juliane, generalmente di colore rosso scuro, polpa molle e succosa,ben staccata dal nocciolo. Tra le migliore varietà di ciliegie dolci ricorderemo il famoso durone di Vignola, dal colore quasi nero, con frutto piuttosto grosso, dolcissimo.

I frutti che provengono, invece, dal Prunus cerasus si dividono in tre gruppi: le amarene, le visciole, con polpa rosso sangue, gusto ancora un po’ acidulo, ma con maggior contenuto zuccherino; le marasche, con un colore rosso vivo e uno stupendo aroma.

La ciliegia compare sul mercato verso la fine di maggio, e vi resta fino a luglio inoltrato. Usata soprattutto come frutto fresco, la ciliegia è però utilizzata in pasticceria per torte, crostate, clafoutis, tartellette, dolci al cucchiaio, gelati e sorbetti. Si conserva candita, sciroppata, sotto spirito, in confetture e liquori.

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