Le fave, un tempo coltivate nella valle d’Ampezzo, si mangiavano lesse o tostate e si essiccavano per essere consumate in inverno. La faariesa è una minestra tipica della cucina ampezzana, strettamente legata alla tradizione culinaria tirolese, veneta e austriaca. Un piatto gustoso di origine popolare che oggi possiamo trovare nei ristoranti della meta montana più esclusiva delle Dolomiti Cortina anche nella versione con aggiunta di orzo.
Preparazione
1) Per preparare la faariesa come da tradizione innanzitutto metti 300 g di fave secche sbucciate in ammollo in acqua fredda per 4 o 5 ore, quindi scolale.
2) Taglia a cubetti piccolissimi 100 g di carne di maiale affumicata e mettila in una pentola con le fave e 1 patata pelata. Bagna con 1,5 litri d’acqua, porta a ebollizione e cuoci per almeno 1 ora e 30 minuti o finché noti che i legumi iniziano a disfarsi.
3) Nel frattempo trita mezza cipolla e falla appassire in padella con una noce di burro, poi uniscila alla zuppa. Schiaccia le fave e la patata con una forchetta sollevandole con una schiumarola tenuta sulla pentola e servi la zuppa faariesa in tavola con una noce di burro.