Pandoro e panettone di Natale
Nel corso della sua storia l’uomo ha sempre dovuto affrontare prove dure e fare ardue scelte: Bene o Male? Destra o sinistra? More o bionde? Essere o non essere?
Ebbene, in realtà esiste un solo, unico dilemma insolvibile che assilla il genere umano (ma possiamo, per comodità, restringere il campo alla sola popolazione italiana) pressappoco in questo periodo: pandoro o panettone?
Se il Natale è infatti la festa più importante dell’anno, la scelta di cosa portare in tavola non può non essere carica di tensione, dovuta al timore di non incontrare i gusti del parentado e di vedere lievitare in pochi giorni il volume dei propri fianchi.
Pandoro o panettone? Si tratta di dolci dalle umili origini che sono presto diventati golosissimi.
Cominciamo dal pandoro che, a differenza del suo compare, ha un’origine ancora avvolta nel mistero…
Per alcuni studiosi nasce in Veneto nel corso del ‘500, quando i nobili si vedevano offerti dolci ricoperti da foglie d’oro, Pan de Oro, appunto. La seconda ipotesi coinvolge la casa reale degli Asburgo presso cui, tra ‘700 e ‘800, si diffonde il Pane di Vienna. Per altri invece deriva dal Nadalin, un dolce a forma di stella mangiato a Natale dai veronesi.
Sia quel che sia, è proprio a Verona che si perfeziona la tecnica di preparazione di questo dolce, caratterizzato da un’abbondante dose di burro che lo rende soffice e imponente.
Dopo aver fatto lievitare questo impasto per due ore, si aggiungono altri 160 gr. di farina, 40 di burro ammorbidito, 90 gr. di zucchero e 3 tuorli.