Non solo arance e limoni: dietro la parola agrumi c’è un mondo da scoprire. Tra bucce e polpa, questi frutti dimostrano una grande versatilità. Sono ingredienti perfetti dall’antipasto al dolce e ci danno una mano anche a profumare il corpo e la casa, oltre a fornirci i nutrienti necessari per combattere raffreddore e mali di stagione. Ecco tutto quello che c’è da sapere sugli agrumi.

Agrumi: l’elenco completo

Ti starai chiedendo: quanti e quali sono gli agrumi conosciuti oltre mandarini, arance e limoni? Con il termine agrumi si intendono tutte quelle piante coltivate dall’uomo, che appartengono al genere Citrus della sottofamiglia Aurantioideae (famiglia delle Rutaceae). Sono chiamati agrumi anche i loro saporitissimi frutti.

All’origine di tutti quelli oggi diffusi sulle nostre tavole ci sono alcuni importanti antenati, originari dell’Asia orientale e diffusi in Europa dagli arabi: c’è il pomelo, il cedro e il mandarino. Da questi “padri fondatori” della stirpe discendono gli ibridi naturali che conosciamo.

Gli agrumi più richiesti e venduti sono arance, limoni, lime, mandarini e pompelmi. Tra le arance, si distinguono diverse cultivar, tra cui quelle dolci, le Tarocco, le comuni, le Navel (dolci e profumatissime), il Sanguinello (particolarmente adatto per succhi e spremute). Anche tra i mandarini c’è una selezione: diffusi quelli comuni e le clementine.

10 modi per usare il limone

Tra gli agrumi meno famosi e forse un po’ dimenticati, ci sono quelli di taglia medio-piccola, rugosi e ricchi di oli essenziali, come la carniculata. Dotata di protuberanze sulla buccia, ha un profumo molto intenso. Tra i mandarini meno diffusi c’è il Satsuma, che fa frutti abbastanza grandi, giallo-verdi, con polpa di color arancio intenso. Alcune di queste piante vengono coltivate a scopo ornamentale, mentre alcuni frutti e le loro bucce sono usati per la produzione di liquori.

In passato era molto diffuso anche il limo, un agrume simile al bergamotto, tipico di Napoli. Se il limone dolce è molto diffuso, grazie anche alla sua buccia edibile, la limetta romana genera piccoli frutti e ha valore ornamentale. Molto particolare e richiesto dagli chef è il limone caviale, nato in Australia: vanta frutti allungati con polpa formata da piccoli globi succosi. Prende il suo nome dal fatto che assomigliano alle uova di pesce.

Poi ci sono il kumquat e il limquat, adatti anche alla preparazione di liquori e dolci. La pianta conserva un valore ornamentale. Il calamondino e il kucle sono degli ibridi fra il kumquat e il mandarancio.

Il cedro è utilizzato in cucina ancora oggi, soprattutto in pasticceria. I frutti sono grandi, hanno forma ovale e una buccia spessa, che viene usata candita o per fare sciroppi e oli essenziali. Il succo viene impiegato per le bibite. È coltivato in Calabria, Provenza e Grecia. Il cedro gigante fiorisce in privamera e in autunno. La pompìa, tipica della Sardegna, sembra invece essere un ibrido fra cedro e pompelmo o limone.

Anch’esso diffuso in Calabria, il bergamotto è usato per creare profumi, estratti ed essenze. La buccia viene candita e usata per farne canditi e marmellate. Il chinotto ha frutti arancioni di piccole dimensioni: è coltivato in Liguria. La scorza sottile e profumata è alla base della celebre bibita.

Tra gli ibridi, molto diffusi sono il mapo, che ha la buccia verde, la polpa arancione e un sapore tendente all’acido, e il lipo, di colore giallo acceso.

Tra gli agrumi protetti dai marchi Dop e Igp, che ne garantiscono la provenienza territoriale e le buone pratiche di coltivazione, ci sono l’Arancia del Gargano Igp (Puglia), quella di Ribera Dop e la Rossa di Sicilia Igp (Sicilia). I limoni italiani contraddistinti dal marchio Igp sono quelli della Costa d’Amalfi e di Sorrento (Campania), quello di Rocca Imperiale (Calabria), quello di Siracusa e quello Interdonato Messina (Sicilia), e il Femminello del Gargano (Puglia).

Dall’Oriente arrivano molti agrumi oggi familiari anche alle nostre tavole. C’è l’amanatsu, il dokepon, il dolce e succoso hassaku, l’iokan (simile a un mandarino), il kabosu, il combava e il dolcissimo mandarino miyagawa. Molto diffuso anche nelle cucine italiane è lo yuzu. Dalla Giamaica importiamo l’ugli. Da Tahiti arrivano i piccoli frutti del lima. Da menzionare anche l’australiano dessert lime e l’arancio trifogliato.

varietà di agrumi

Agrumi di Sicilia

La Sicilia, terra ricca di sapori e colori, è una delle regioni italiane più celebri per la produzione di agrumi. La coltivazione di questi frutti, infatti, è favorita dalla presenza di terreno fertile e un clima caldo. Le arance siciliane, per esempio, sono famose in tutto il mondo: succose e di un colore acceso, il loro sapore amarognolo è inconfondibile. Tra le varietà più rinomate prodotte in Sicilia ci sono le Tarocco, le Moro e le Navel. Molto richiesti sono anche i limoni e i mandarini siciliani, in particolare il mandarino dell’Etna, che si raccoglie tra novembre e dicembre, e il mandarino tardivo di Ciaculli, che si trova tra febbraio e marzo. Tra gli agrumi siciliani si annoverano anche il cedro, il pompelmo e il fingerlime che, pur essendo di origine australiana, ha trovato in Sicilia un ambiente ideale in cui crescere. 

Agrumi dal gusto amarognolo

Tutti gli agrumi, com’è noto, hanno un gusto amarognolo. Ma in alcuni di essi questa caratteristica è particolarmente rimarcata. Tra gli agrumi con il gusto più amarognolo troviamo il pompelmo rosso (quello rosa, invece, è piuttosto dolce), il chinotto (prodotto dalla pianta Citrus myrtifolia), il lime, il Kumquat (o mandarino cinese) e il mandarino nano. 

Qual è l’agrume con più vitamina C

Una delle proprietà benefiche maggiormente riconosciuta agli agrumi è la presenza di vitamine, in particolare la vitamina C. Ma quale agrume ne contiene di più? Probabilmente ciascuno di noi risponderebbe a questa domanda dicendo “Le arance!”. Ma così non è: l’agrume con più vitamina C, infatti, è la clementina. In 100 grammi di questo agrume, infatti, troviamo ben 54 mg di vitamina C. A seguire, tra gli agrumi con più alta concentrazione di vitamina C, troviamo limoni, arance e pompelmi.

Quale pera è considerata un agrume?

Forse non tutti sanno che esiste un frutto che, pur non essendo un agrume, è considerato come tale. Stiamo parlando della pera Bergamotta, un frutto originario delle Fiandre, in Belgio, dove si diffuse all’inizio dell’800. Questo nome, che si rifà al bergamotto, è dovuto probabilmente alle affinità tra questa tipologia di pera e il delicato agrume: pur appartenendo a due classi diverse, questa pera ricorda, da un punto di vista olfattivo, il bergamotto.

Olio di bergamotto

Agrumi: proprietà benefiche

Sin dalla loro diffusione originaria, gli agrumi erano noti per le loro proprietà benefiche, tanto da essere utilizzati anche come medicinali. Il nutriente più importante resta la vitamina C, importantissima per contrastare lo scorbuto, malattia molto diffusa tra i marinai che durante le lunghe traversate avevano difficoltà a fare il pieno di tutte le vitamine di cui il nostro corpo ha bisogno. Il buon contenuto di potassio e flavonoidi ci aiuta ad affrontare al meglio l’inverno, proteggendoci dai sintomi del raffreddamento.

Come tutta la frutta, gli agrumi contengono molta acqua (tra l’80 e il 90 per cento), acidi organici e soprattutto l’acido citrico. Completano il profilo nutrizionale degli agrumi il calcio, il magnesio e il ferro, senza dimenticare le vitamine A (preziosa per la vista), alcune del gruppo B (che alleviano il senso di spossamento) e la PP, detta anche niacina, responsabile della regolazione del metabolismo. L’apporto calorico è decisamente basso, compreso tra le 30 e le 70 calorie per ogni 100 grammi di prodotto.

Come utilizzare gli agrumi in cucina

Gli agrumi sono frutti molto versatili in cucina. Preziosi per innalzare il tasso di acidità nei piatti, danno un tocco esotico e sgrassante a ciò che si prepara. Tra le ricette che devi provare per mettere alla prova questo super potere c’è l’anatra agli agrumi. Perfetti dall’antipasto al dolce, sbizzarrisciti con le Pappardelle e il Pesce spada.

La buccia d’arancia è protagonista di tante ricette dolci, capaci di sfruttare il frutto al 100 per cento. Come spiega Niki Segnit nel suo libro La grammatica dei sapori, «tutti gli agrumi vivono una doppia vita, dato che il sapore del loro succo è molto diverso da quello della scorza. Mai sentito parlare di scorzette candite? Preparati a farne la tua nuova droga.

Un altro modo per sfruttare questo potenziale scarto del frutto consiste nel trasformarlo nell’ingrediente principale di una tisana rigenerante. Nel suo Il grande libro delle bucce (Gribaudo), Lisa Casali suggerisce di utilizzare la buccia d’arancia per creare un’essenza alimentare e, perché no, anche da diffondere in casa.

Molto particolari le marmellate di agrumi, ecco le ricette:

Agrumi: come coltivarli in casa

Limone, lime e mandarino sono piante che danno grandi soddisfazioni anche se coltivati in casa. Come spiega Katie Elzer-Peters nel suo libro Il mio orto zero waste (Slow Food Editore), sono piante talmente tenaci e resilienti da riuscire a fruttificare tra le pareti domestiche, a differenza di altre specie da frutto.

Gran parte degli agrumi che acquistiamo per il consumo, proviene da alberi innestati: la parte superiore è una talea di varietà nota, che viene unita a un portainnesto appartenente a un agrume diverso. Cosa significa? Che se pianti il seme di un limone di una qualsiasi specie, si originerà un agrume, ma non per forza della varietà originaria. Anche se il frutto potrebbe essere commestibile, non è detto che sia gradevole. In compenso la pianta che avrai allevato sarà comunque bella da vedere.