Migliori ristoranti giapponesi in Italia

La tendenza del Sol Levante impazza, tant’è che in certe città se non mangi giappo almeno una volta a settimana – magari di venerdì, perché si sa, venerdì pesce – non sei (quasi) nessuno! Così, ormai da qualche anno, i ristoranti a insegna nipponica – originale o acquisita – si sono sensibilmente moltiplicati, creando il mito del sushi all you can eat e dei menu no limits che in cambio di un prezzo fisso – che di solito si aggira intorno alla ventina di euro, bevande e dolci esclusi – ti permettono di consumare tutte le prelibatezze tipiche giapponesi fino a che il tuo stomaco te lo permette.

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Diventa così un tripudio di sushi, sashimi, temaki, nigiri, ramen, tempura, che fanno immergere i buongustai, per circa un paio di ore, nella mistica cultura asiatica, ricca di tradizioni e sapori delicati, talvolta vagamente occidentalizzata per essere apprezzata anche dai palati più difficili. Ma come riconoscere un buon ristorante giapponese in Italia, senza incappare nell’ennesimo cuoco improvvisato dotato semplicemente di occhi a mandorla? Ecco alcuni indirizzi utili, testati dai giapponesi veri, che sapranno introdurvi alla vera cucina nipponica nelle principali città della Penisola:

A Milano

Osaka, in Corso Garibaldi, è forse uno dei ristoranti giapponesi, presenti nel capoluogo lombardo, più quotati di sempre, famoso, oltre che per l’ottimo sushi, anche per il Ramen, il tipico piatto composto da spaghetti in brodo caldo, accompagnati da carne e/o pesce, uova, salsa di soia, miso e alghe marine. Al pari di Osaka troviamo Tomoyoshi Endo in via Vittor Pisani 13, Yoshi in via Giuseppe Parni 7, Iyo in via Piero della Francesca 74 e Sumire in via Varese 1, particolarmente apprezzati oltre che per il buon pesce alla griglia e le zuppe anche per l’ospitalità Japan-style.

A Roma

Tra i più famosi (e i più buoni) della Capitale troviamo sicuramente Take Sushi, in zona Trastevere, gestito da cinesi ma la cui cucina è affidata ad un sapientissimo cuoco giapponese. Anche Hamasei, in pieno centro (via della Mercede 35) si difende molto bene, anzi, a dire il vero è persino considerato uno dei ristoranti nipponici più buoni di Roma, mentre se ci si sposta nel rione Monti non si può non passare da Hasekura, ottimo sia per il sushi che per la tempura, o da Temakinho, dove la cultura asiatica si fonde con quella brasiliana e dove ad accompagnare dell’ottimo sushi ci sono i gustosissimi e coloratissimi cocktail di impronta carioca. Infine meritano assolutamente di essere menzionati Zen, in via degli Scipioni, ormai rinomato in zona Prati, e Sushi Ko, in via degli Irpini, un locale piccolo ma dalla qualità decisamente alta.

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A Pesaro, Firenze, Bologna

A Pesaro spicca sicuramente Wabi-Sabi a piazza Matteotti, un ristorantino dalle proporzioni ridotte ma egualmente accogliente, gestito da veri giapponesi a due passi dal centro storico. Spostandoci a Firenze, uno dei locali più consigliati rimane Tomo Sushi, in via Pratese, zona Osmannoro, buono per sapori e qualità, oltre che economico grazie al menù fisso all you can eat dove con 24,50 si mangia fino a scoppiare.
A Bologna ormai l’aperitivo si fa solo da Haiku, in via Stalingrado 16, dove il sushi è buono – nonostante la gestione sia cinese – e low cost. Mentre per i più pretenziosi, in via Riva di Reno 39 si trova Higashi, i cui prezzi non sono abbordabilissimi ma la cui qualità ripaga la spesa.

A Torino

Gestito da una coppia giapponese, il ristorante Wasabi, in corso Francesco Ferrucci, è attento non solo alla tradizione culinaria, ma anche a quella che riguarda ambiente e costumi del personale (tutti con il caratteristico kimono). Insieme al sushi è possibile gustare i piatti tipici della cucina nipponica, come dell’ottima tempura oltre che zuppe, noodles e tendon davvero notevoli.
Per quanto riguarda la grande varietà di roll, va menzionato Homu, in corso Filippo Turati, un localino dalle dimensioni ridotte ma egualmente curato e suggestivo per chi vi entra.
Tra i più frequentati dai giapponesi di zona, troviamo Sem Mi Ya, in corso Peschiera, dove assaggiare i piatti made in Japan meno conosciuti (perché meno commerciali) è praticamente un obbligo!