1/6 – Introduzione

Nel grande elenco degli alimenti di provenienza italiana da consumare assolutamente ogni tanto ci sono gli affettati o salumi. Ne esistono diverse tipologie, però una delle migliori è sicuramente il prosciutto crudo. Quest’ultimo si può accompagnare tra l’altro con la mozzarella classica, il delizioso melone e la pregiata mozzarella di bufala. Tante persone decidono di rimuovere il grasso del prosciutto crudo, veramente gustosa da assaporare. Quando si hanno problemi ciò risulta comprensibile, mentre diventa inspiegabile se regna il benessere fisico. Nel seguente tutorial di cucina, vediamo brevemente le cinque principali differenze tra prosciutto di Parma e prosciutto San Daniele.

2/6 – Il peso e la stagionatura

Una prima differenza tra prosciutto di Parma e prosciutto San Daniele riguarda la pesantezza media della singola coscia adoperata. Precisamente il prosciutto di Parma ha un peso circa uguale a “10 kg” ed il prosciutto San Daniele pesa almeno “12 kg”. Con riferimento alla stagionatura, il periodo necessario risulta superiore per il prosciutto San Daniele. Quest’ultimo deve venir lasciato stagionare minimo 1 anno e 30 giorni. Il prosciutto di Parma va invece stagionato per almeno 10 mesi (se ha un peso massimo di “9 kg”) o 12 mesi (quando la coscia pesa oltre “9 kg”).

3/6 – Il marchio

Una seconda differenza fra prosciutto di Parma e prosciutto San Daniele riguarda il marchio protetto da brevetto. Questo avviene per il fatto che la legge europea impedisce ovviamente a due società non associate di lavorare con lo stesso logo aziendale. Il marchio del prosciutto di Parma è la nota coroncina a cinque punte, la quale viene incisa a caldo su ogni coscia intera. Il logo del prosciutto San Daniele (anch’esso marcato a fuoco sulla cotenna) è invece il celebre zampino a forma di chitarra.

4/6 – Il tipo di salatura

Una terza differenza tra il prosciutto di Parma ed il prosciutto San Daniele si ha nel tipo di salatura della singola coscia di maiale. Nell’eseguire la lavorazione del prosciutto crudo, bisogna rispettare un iter che prevede l’uso esclusivo del sale marino. Il prosciutto di Parma richiede due salature diverse, ovvero le parti magre vengono trattate con il sale a secco e la cotenna va lavorata con il sale umido. Il prosciutto San Daniele prevede invece il processo di pressatura, mediante il quale si avvia una stagionatura veloce. Schiacciando letteralmente la coscia di maiale, il sale riesce a penetrare uniformemente nella carne.

5/6 – La forma della coscia

Una quarta differenza fra prosciutto di Parma e prosciutto San Daniele riguarda la forma tipica di ogni coscia di maiale adoperata. Le cosce impiegate dalla società avente come marchio la corona a cinque punte risultano tondeggianti. Ogni coscia di prosciutto San Daniele ha invece una conformazione più dilatata e compressa. La forma richiama quella della chitarra, ecco dunque perché tale impresa possiede quel logo aziendale indicato nel passo “Il marchio”.

6/6 – Gli abbinamenti con pietanze

La quinta differenza tra prosciutto di Parma e prosciutto San Daniele riguarda l’abbinamento con ulteriori alimenti provenienti sempre dall’Italia. Il prosciutto di Parma risulta ideale per cucinare un buon primo piatto, soprattutto quando la pasta viene fatta in casa. Il prosciutto San Daniele si può mangiare come antipasto, insieme ad un tagliere di salumi e formaggi. Qualora fosse sottoposto a cottura, il crudo di Parma valorizza il piatto ed il prosciutto San Daniele rischia di aumentare il suo grado di sapidità. Quest’ultimo va dunque lasciato crudo e provato come secondo piatto, accompagnato da verdure estive o crudité di carote e finocchi.