1/9 – Introduzione

La grappa è un distillato alcolico di origine italiana, la sua nascita risale con molte probabilità al XV secolo. Inizialmente destinata ai ceti più bassi della popolazione, veniva prodotta da bucce di frutti, semi e raspi d’uva. Il risultato era una bevanda forte e pungente, molto diversa da quella attuale. Ai tempi veniva bevuta senza particolari distinzioni di varietà o gradazioni. Verso la metà del ‘900, durante un fiorente periodo economico, gli italiani impararono ad apprezzarla, assaporandone il gusto. Oggi esistono moltissime varietà di grappa provenienti da molte regioni, tuttavia nessuno vieta di produrla autonomamente. In quest’ultimo periodo infatti sempre più persone si cimentano nella produzione di alcolici fatti in casa, e anche la grappa rientra tra di essi. Vediamo quali sono i passaggi per realizzarla.

2/9 Occorrente

  • Alcolometro
  • Alambicco in rame o acciaio
  • Fornelletto a fiamma
  • Imbuto
  • Vinacce (bucce di uva usata per fare vino)
  • Acqua

3/9 – Testa della distillazione

La distillazione è il processo fondamentale nella produzione della grappa, che consiste nel separare più sostanze contenute nella stessa miscela. Per produrre la grappa in casa si necessita di un distillatore, che al giorno d’oggi è possibile reperire anche a basso prezzo persino online. Per iniziare si riempie la caldaia dell’alambicco con le vinacce fermentate (qualora non siano già fermentate, le si fanno divenire tali mettendole in un contenitore asettico privo di aria con uno sfiato per la fuoriuscita dei gas). Si aggiunge poi dell’acqua e si fa riscaldare il tutto. Quando le prime sostanze inizieranno ad evaporare, attorno alla temperatura di 70 gradi centigradi, arriveranno le prime gocce di distillato: bisogna rimuoverle poiché tossiche. La testa della distillazione è infatti la parte composta da tutte le sostanze volatili nocive che conferirebbero un sapore sgradevole alla grappa. Queste sostanze, avendo un punto di ebollizione più basso delle cosiddette sostanze nobili, evaporano prima.

4/9 – Cuore della distillazione

Il cuore, come intuibile dal nome, è la parte fondamentale che costituisce la grappa. Durante questo processo bisogna prestare attenzione alla temperatura, che generalmente dovrà attestarsi tra i 78,4 gradi e i 100. In questa fase del processo si hanno alcol etilico e sostanze volatili che conferiscono l’aroma necessario al distillato. Bisogna monitorare la temperatura, magari utilizzando un termometro affinché non si superino i 100 gradi. Una disattenzione, infatti, porterà alla coda della grappa.

5/9 – Coda della distillazione

La distillazione della grappa si concluderà raggiungendo i 100 gradi centigradi, infatti d’ora in poi uscirà la coda, che pur non essendo dannosa non possiede né odore né gusto gradevoli, e presenta impurità ed olio amilico (troppo pesante). Qui si nota la bravura del distillatore: nel capire il momento esatto in cui finisce il cuore e comincia la coda.

6/9 – Imbottigliamento o eventuale raffinazione

A questo punto la grappa è pronta per essere imbottigliata, ma andrà conservata almeno un mese prima di essere servita. Per la conservazione bisogna riporre la bottiglia in un luogo fresco ed asciutto. Possono essere ottenute grappe di migliore qualità attraverso un procedimento di raffinazione, ovvero tramite una seconda distillazione, se non addirittura una terza.

7/9 – Ottenere diverse varietà di grappa

Una volta che si ha la propria grappa si possono realizzare delle sfiziose varianti, le più diffuse sono quelle ai mirtilli o alla liquirizia, ma ce ne sono molte altre da cui si può prendere spunto. Basterà mettere il frutto e/o la spezia desiderata a macerare nella bottiglia di grappa per la maggior parte dei casi, mentre a volte sarà opportuno procedere in modo leggermente diverso.

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9/9 Consigli

  • Se desideri puoi aggiungere anche la liquirizia o i mirtilli. In alternativa, utilizza degli infusi
  • Utilizza preferibilmente delle vinacce di uve aromatiche
  • Pulisci e disinfetta l’alambicco dopo l’uso

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