1/4 – Introduzione
Gli shirataki sono dei particolari preparati, simili alla pasta, ottenuti dalla farina di konjac, ovvero la radice di una pianta, l’Amorphophallus konjac, che ricorda la barbabietola, dalla quale si ottiene questa farina per realizzare la speciale “pasta” (ma anche il glucomannano e le spugnette per rimuovere il trucco). Se anche voi avete voglia di provarli, vediamo insieme come cucinare gli shirataki.
2/4 – Le proprietà
Questa radice è ricchissima di fibre solubili, essa può assorbire fino a cento volte il suo peso in acqua trasformandosi in una massa gelatinosa in grado di provocare un piacevole effetto di sazietà immediato e pertanto si rende particolarmente utile in caso di diete ipocaloriche, inoltre la sua assunzione regolare (4 g di glucomannano al giorno) pare aiuti a diminuire la concentrazione di colesterolo nel sangue. In particolare gli shirataki sono molto amati ed utilizzati in Oriente, dove come noto, si conduce uno stile alimentare molto salutare, preso pertanto in prestito anche dagli “attenti alla linea” di tutto il mondo. Gli shirataki sono privi di carboidrati e grassi e contengono pochissime calorie, pertanto possono sostituire la pasta tradizionale.
3/4 – I tipi di shirataki in commercio
In commercio possiamo trovare sia gli shirataki secchi che in ammollo, ovvero precotti, all’ interno di una vaschetta contenente acqua. Il secondo tipo è maggiormente reperibile anche nei supermercati, ma potrebbero infastidire i più scettici in quanto ha un aspetto piuttosto viscido ed una volta aperta la confezione emana cattivo odore, il quale sparirà subito, appena li trasferirete in uno scola-pasta e li risciacquerete con abbondante acqua.
4/4 – Come cucinare gli shirataki
Metterete sul fuoco una pentola con dell’acqua, la quale appena raggiungerà il bollore dovrà essere salata, poi calerete gli shirataki che dovranno cuocere giusto un minuto e poi potranno esser conditi, in alternativa, potrete anche saltarli direttamente in padella insieme al condimento prescelto, dopo l’abbondante risciacquo. Per quanto riguarda gli shirataki secchi invece, non abbiamo il fastidio del cattivo odore e ricordano maggiormente la tradizionale pasta, anche per quando riguarda la cottura, del tutto simile alla tradizionale pasta.