1/5 – Introduzione
Prima di iniziare con la descrizione delle tecniche utilizzate per cristallizzare il miele, è bene ricordare che tutti i tipi sono destinati a cristallizzare nell’arco di un medio-lungo periodo di tempo, quindi non esiste miele da poter creare nell’immediato. Il processo di cristallizzazione è dovuto principalmente alla natura instabile della sua composizione: essa, infatti, diventa stabile solamente quando il glucosio, componente fondamentale, si trasforma in cristalli, grossi o fini. Il consumatore vede come un difetto la cristallizzazione che, invece, è un processo del tutto naturale. Vediamo quali sono le differenze ed i fattori che generano la cristallizzazione del miele.
2/5 Occorrente
- Miele
- Contenitori
3/5 – Possibili fattori ambientali.
Anzitutto, quando ci si trova in presenza di un’alta umidità ed una ridotta quantità di glucosio, in un ambiente con una temperatura superiore ai 14 gradi ed in un lungo lasso di tempo, il miele si trasformerà in dei grossi cristalli. Diversamente, con parametri contrari a quelli appena espressi, ovvero in una situazione in cui c’è poca umidità, molto glucosio ed una temperatura molto vicina ai 14 gradi ed un processo rapido, si otterrà una cristallizzazione detta “fine”. In entrambi i casi, si otterrà dell’ottimo miele utilizzabile e degustabile in qualsiasi occasione. Un’altra cosa da non dimenticare è l’agitazione del miele durante il processo di estrazione: ciò influirà totalmente sulla sua consistenza finale.
4/5 – Creazione del miele cristallizzato.
Se l’estrazione avviene agitandolo, si otterrà un tipo di cristallizzazione che creerà un miele cremoso. In sua assenza, invece, si otterrà un miele molto compatto, che i consumatori non apprezzeranno molto, ritenendolo di cattiva qualità. Questo accade se si lascia che la natura faccia il suo corso ed il miele reagisca spontaneamente a determinati fattori, come quelli citati in precedenza. Ancora oggi, esiste una tecnica dalla quale si ottiene un miele dall’aspetto invitante ed adatto ad essere messo in commercio: in pratica, non serve altro che mescolare un miele liquido con uno già cristallizzato, anche in piccole quantità.
5/5 – Conservazione del prodotto finale.
Il miele liquido, raccolto da poco oppure reso liquido da un processo di riscaldamento a temperature controllate tra i 25 gradi e 30 gradi, viene mescolato con un miele a cristallizzazione fine nella misura del 5 o 10%. La miscelatura delle due parti di miele è praticata in appositi contenitori e mescolando con una spatola di legno oppure con l’uso di macchinari, questo procedimento ha una durata che cambia da 6 ore a svariati giorni. A questo punto, si può procedere con la decantazione, per poi mettere il prodotto finale negli appositi vasetti e riporlo a riposare in magazzino.