Cos’è il tamarindo

Quello che conosciamo come tamarindo è il frutto di un albero coltivato in molti paesi dell’Asia e in America centrale. Si tratta di baccello legnoso lungo circa 10 centimetri che contiene semi commestibili avvolti da una polpa, anch’essa edibile. Il sapore del tamarindo è dolce, se maturo, con un retrogusto fresco e acidulo. Viene anche chiamato dattero d’India per via della somiglianza di colore e gusto.

L’albero di tamarindo si può coltivare con successo anche in Italia purché ci siano a disposizione sole diretto e alte temperature, possibilmente a ridosso del mare. Dunque se il tuo non è un assolato giardino a sud della Penisola, ti consiglio di lasciar perdere. In ogni caso, i tempi di coltivazione sono lunghi: il tamarindo non fruttifica prima del sesto anno di età.

Di solito il primo e unico contatto con il tamarindo è ai chioschi estivi, con la granita, il sorbetto al tamarindo, il ghiacciolo o la classica bevanda. Ma questo frutto, appartenente in realtà alla famiglia delle leguminose e ancora poco popolare in Italia, è riccamente usato nella cucina orientale come base per salse, zuppe e minestre ma non solo: è anche uno degli ingredienti chiave della salsa worcestershire!

Calorie e valori nutrizionali

Il tamarindo ha un grande valore nutrizionale. La sua polpa è composta principalmente da carboidrati (62%) e acqua (31%). La percentuale restante è composta da proteine (2,8%), fibre alimentari e sali minerali, primo fra tutti il potassio seguito da fosforo, magnesio, sodio, calcio e selenio.

Sono presenti anche le vitamine A, B1, B2, B3, B5, B6, C, K, e J. Ma il tamarindo è ricco soprattutto di acido tartarico, un antiossidante molto potente che aiuta a neutralizzare la comparsa dei radicali liberi.

Nonostante il livello di proteine non sia elevatissimo (circa il 3%) il frutto del tamarindo è da sempre comunque usato come fonte economica e sostenibile di proteine vegetali in quelle parti del mondo dove le cosiddette “proteine nobili” sono indisponibili. La buona notizia è che il tamarindo contiene tutti gli amminoacidi essenziali escluso il tripofano e quindi può considerarsi una fonte di proteine ad alto valore biologico.

Attenzione però: vietato esagerare con le quantità! Le calorie del tamarindo sono in realtà elevate: 293 kcal per 100 grammi di polpa (per capirci, più o meno le stesse di 100 grammi di formaggio edamer).

Proprietà e benefici

I principi contenuti nella polpa di tamarindo ne fanno un frutto ricco di benefici per la salute, oltre che un ingrediente saporito per piatti esotici e speziati. Non solo grazie alle proprietà antiossidanti, utili in alcuni casi anche nella cura di alcune patologie tumorali, anche per l’azione positiva nel trattamento del diabete: il tamarindo pare sia in grado infatti di abbassare il livello di glicemia nel sangue e contrastare la stitichezza.

Il potassio, inoltre, rilassa le pareti sanguigne e regola la pressione arteriosa. Ma non è tutto: se assunto sotto forma di integratore il tamarindo pare abbia effetti dimagranti perché utile nel coadiuvare l’assorbimento di grassi e zuccheri e la depurazione dell’intestino, oltre che efficace nell’aumentare il senso di sazietà.

Allo stesso tempo, polpa e radice di tamarindo sono usati da secoli nella medicina cinese per trattare diarrea e dissenteria. Da ultimo, il tamarindo sarebbe in grado di abbassare le febbre e per questo viene somministrato nei paese tropicali come rimedio alla malaria. Lo avrai già capito: il tamarindo va sempre messo nel bagaglio a mano prima del viaggio. Ma come e dove si acquista?

Come e dove acquistarlo

Il tamarindo si acquista nei negozi ed empori di frutta e cibo esotico (dove trovi anche il camu camu per esempio), nei supermercati molto forniti oppure online. Davanti a te hai molte opzioni per godere dei benefici del tamarindo, vediamole insieme:

  • Tamarindo frutto – la prima fra tutte è quella di procurarti il tamarindo fresco. Per utilizzarlo spezza la scorza esterna, estrai la polpa e i semi scuri.
  • Sciroppo di tamarindo – Puoi anche decidere di acquistare direttamente lo sciroppo di tamarindo pronto, derivato dalla polpa. Si usa in particolare per ghiaccioli, granite e bevande rinfrescanti.
  • Pasta di tamarindo – la pasta di tamarindo è la versione raffinata della polpa, è un’ottima base per zuppe, brodi e sughi.
  • Semi di tamarindo – in alternativa, in commercio ci sono i semi di tamarindo, snack arrostito popolare nelle aree in cui l’albero viene coltivato. Una curiosità? Masticare i semi di tamarindo fa bene ai denti e alle gengive perché rimuove le macchie dallo smalto e aiuta a eliminare la placca.
  • Tamarindo essiccato – il tamarindo fatto seccare e ridotto in polvere è infine un dolcificante naturale efficace da usare per limitare l’uso dello zucchero e i suoi effetti negativi.

Ricette con il tamarindo

Come si usa il tamarindo in cucina? Prima di tutto ti consiglio un paio di ricette base, vediamo insieme come si preparano la pasta di tamarindo, la marmellata di tamarindo e lo sciroppo di tamarindo in casa.

Poi troverai un paio di spunti per usare il tamarindo nelle ricette indiane più popolari e nei dolci. Una volta presa dimestichezza con sapore e consistenza di questo frutto esotico lasciati guidare dall’istinto: la tua arma migliore ai fornelli (e nella vita).

Come si prepara la pasta di tamarindo

Per preparare la pasta di tamarindo a casa innanzitutto metti la polpa del frutto a mollo in poca acqua bollente e lasciala riposare per 15 minuti fino a quando non sarà divenuta più morbida. Ora preleva la polpa e schiacciala attraverso un colino a maglie strette per separare le fibre.

Nella ciotola disposta sotto al colino troverai la tua pasta di tamarindo, un ingrediente perfetto per cucinare gli spaghetti di soia o di riso cinesi, i contorni di verdure spadellati con il latte di cocco, oppure le zuppe di legumi e verdure all’orientale. Darà a questi piatti un sapore inaspettato e molto caratteristico.

Come si prepara la marmellata di tamarindo

Per preparare la marmellata di tamarindo fai bollire la polpa del frutto con la metà del suo peso in acqua. Dopo pochi minuti di cottura passa il risultato al setaccio. Rimetti il composto in casseruola, aggiungi lo zucchero (ne servono circa 30 grammi per ogni 100 grammi di polpa) e cuoci a fuoco lento, mescolando, fino a quando la confettura non si sarà addensata.

Come di prepara lo sciroppo di tamarindo

In questo caso prendi la polpa raffinata ovvero la pasta di tamarindo e mettila all’interno di un tegame con 1/2 litro d’acqua ogni 100 grammi di pasta. Cuoci a fiamma bassa aggiungendo lo zucchero necessario a ottenere uno sciroppo dolce e armonico per il tuo palato. Filtra il composto con un panno di cotone pulito e imbottiglia.

Idee in cucina

Tra le ricette indiane con il tamarindo più conosciute in occidente c’è il chutney, salsa densa e agrodolce che si può preparare facendo bollire la pasta di tamarindo con zucchero, peperoncino, cumino e sale fino al raggiungimento di una consistenza simile a quella delle confetture. Restando sulla scia delle cucina etnica, puoi arricchire con un po’ di pasta di tamarindo il tuo curry di verdure oppure i tuoi thai noodles.

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Ma il tamarindo fa squadra anche con la cucina tradizionale italiana: aggiungi la pasta di tamarindo alla zuppa di legumi quando è quasi a cottura ultimata per donare un sapore speziato e insolito. I semi di tamarindo tostati, invece, possono essere sbriciolati per dare sprint alle più semplici vellutate come ai sughi classici.

Veniamo ai dolci, oltre a granite e ghiaccioli, il tamarindo è un ingrediente fantastico per il gelato che si può preparare in casa con o senza gelatiera. Puoi anche usare pasta o sciroppo al tamarindo come parte liquida o semi-liquida di impasti per biscotti e torte. Gli abbinamenti perfetti sono con gli agrumi, le mele e la cannella.