Metti uno chef di Rovigo con esperienze in contesti internazionali, a contatto con la cucina milanese e la milanesità, e avrai Simone Zanon, l’anima culinaria dell’Antica Osteria del Ronchettino. Qui la tradizione sovrasta l’innovazione, che non le cede completamente il terreno, resistendo nei sapori acidi. Chef Zanon ama molto cucinare per gli altri, meno per se stesso. Ma non rinuncia a coccolarsi con una buona pasta e con qualche trucco culinario antispreco.
Il cammino culinario di Simone Zanon
Simone Zanon, rodigino, ha 34 anni, di cui 15 trascorsi ai fornelli. Inizia la sua esperienza sul Lago di Garda, per poi consolidarsi a Venezia, tra il Danieli e il Cipriani. Arriva a Milano durante Expo 2015, dove lavora come chef per il padiglione inglese. Subito dopo, nel dicembre del 2015 viene ingaggiato come primo chef per l’apertura del ristorante Darmas, a Monza, prima di approdare all’Antica Osteria del Ronchettino e poi all’Osteria del Ponte di Trezzano sul Naviglio.
«Le prime esperienze in contesti molto internazionali, ma anche così legati alla mia tradizione culinaria di origine, hanno sicuramente avuto un forte impatto sulla mia carriera ai fornelli. Durante quei primi anni in cucina ho appreso l’importanza del rigore e l’attenzione alla freschezza dei prodotti utilizzati».
All’Osteria del Ponte si fa notare per alcuni fuori menu, ribattezzati Oltre il ponte, in cui fa filtrare le sue origini venete. Tra gli altri, vanno ricordati la Parmigiana di biete e coste e lo Gnocco ripieno di faraona servito con salsa “peverada”, fatta con interiora di pollo.
Ma a metà ottobre 2019 Zanon ritorna all’Antica Osteria del Ronchettino, ereditando il posto di Federico Sisti. «È stata per me una grande gioia tornare qui, un luogo che mi ha regalato, e che mi regala quotidianamente, grandi emozioni. Il futuro si prospetta ricco di soddisfazioni».
Un veneto al servizio della milanesità
Qui Zanon mette la sua conoscenza culinaria al servizio dei grandi classici della tradizione culinaria milanese, che reinterpeta seguendo i suoi gusti. «Un piatto che mi dà sempre grandi soddisfazioni è il classico risotto alla milanese: un piatto apparentemente semplice, ma mai banale». Della cucina tipica milanese la golosità è ciò che colpisce di più la fantasia di Zanon, che mixa tradizione e innovazione, lasciando prevalere nettamente la prima.
La carta d’identità culinaria di Zanon
Tre sono gli aggettivi più adatti a presentare i suoi piatti: acidità, golosità e pensiero. Chef Zanon non sa infatti fare a meno dell’aceto, «ingrediente che amo molto, in grado di allungare il gusto, sgrassare e dare appetibilità al piatto. Perché l’acidità è alla base di ogni mio creazione in cucina».
In cucina adora circondarsi di persone che lavorano con passione e che siano ispirate per prima cosa da un profondo amore per quello che fanno.
Il comfort food di Simone Zanon è la pasta, che ama cucinare quando è solo. «Ma amo molto di più cucinare per gli altri, soprattutto per la mia famiglia», aggiunge lo chef.
La ricetta sostenibile di Simone Zanon
In omaggio al concetto di sostenibilità, Simone Zanon propone un carpaccio di barbabietola, puntarelle, zest d’arancia amara candita e pecorino stagionato. Si tratta di ingredienti poveri, che si arricchiscono grazie all’attenzione nella preparazione delle materie prime. Inoltre, ciò che lo rende un piatto davvero green è l’assenza di cottura. Perfetto per i mesi caldi.