Fresca, frizzante, ideale per l’aperitivo: la birra è la bevanda alcolica più consumata al mondo. Da soli o in compagnia, il suo colore solitamente giallo-ambrato e le sue bollicine ci rallegrano e dissetano. D’altra parte cos’è una pizza senza la sua birra?

Non tutti però possono o vogliono introdurre alcol nella propria dieta. Che sia una necessità o una libera scelta, grazie anche a prodotti come la birra analcolica oggi è più semplice. Ma quali sono le differenze con quella tradizionale? Scopriamolo insieme.

Come nasce la birra analcolica

Ci sono due modi per ottenere la birra analcolica. Il primo consiste nel rimuove l’alcol dal prodotto finito. Il secondo, più comune, nell’interrompere la fermentazione quando la birra raggiunge il tasso alcolico desiderato. Secondo la legge italiana infatti si definiscono birre analcoliche quelle che raggiungono un massimo di 1,2% di volume alcolometrico.

Calorie, valori nutrizionali e benefici

L’alcol, si sa, fa ingrassare. Quindi la birra analcolica dovrebbe essere perfetta per chi è a dieta. Rispetto alla birra tradizionale, che su 100 ml sviluppa 148 calorie, quella analcolica non arriva a 60 calorie.

Come abbiamo visto, anche questa versione della celebre bevanda può contenere piccolissimi quantitativi di alcol e quindi anche di calorie. Ma una ricerca dell’Università di Goettingen condotta su alcuni consumatori di birra analcolica ha osservato che chi beve questa bevanda, perde peso più facilmente.

Inoltre, privata degli effetti negativi che l’alcol produce sul nostro corpo, questa bevanda ci permette di godere di quelli positivi in piena libertà. La birra infatti apporta numerosi benefici, contiene diverse vitamine, tra cui quelle del gruppo B, responsabili dell’apporto di energia all’organismo, al mantenimento della salute mentale e al rafforzamento del sistema immunitario. Contiene fibre, altro elemento utilissimo quando si sta a dieta. Inoltre, al contrario della versione con alcol, la birra analcolica ti aiuta anche a idratare il corpo.

Rischi e controindicazioni

Di solito ci troviamo a ordinare una bottiglia di birra rispetto a un calice di vino rosso, convinti che la bevanda sia meno calorica e che abbia una bassa gradazione di alcol. Questo ci fa pensare anche che la versione a tasso alcolico zero sia ancora più salutare! Non è vero. La birra analcolica ha qualche controindicazione.

La birra analcolica fa male? Secondo uno studio condotto dalla University of Wisconsin, Food Care Department, sarebbe infatti dannosa… La ragione pare sia insita nella necessaria modifica della mappatura genetica di malto e luppolo attuata per simulare il sapore della birra tradizionale. Questa modifica si dice possa incidere sulla salute sia sull’apparato digerente sia sul cervello. Anche se le prove di questa teoria sono ancora limitate.

È ovvio poi che anche se in quantità limitata fino a 1,2%, anche la birra analcolica contiene alcol. Pochissimo ma c’è. E gli effetti dell’alcol sull’organismo sono noti. Si va dal rischio di sviluppare la cirrosi epatica a quello di tumori del cavo orale, faringe e laringe, per poi scendere a esofago, mammella e fegato (anche se tra birra analcolica e fegato sembra esserci un rapporto migliore). Anche il 20% degli ictus cerebrali riscontrati è legato all’abuso di alcol.

Inoltre, non bisogna mai dimenticare che l’alcol è la causa principale di circa la metà degli 8.000 decessi conseguenti a incidenti stradali oltre che una delle cause scatenanti degli episodi di violenza domestica.

Birre alcoliche e analcoliche

Birra analcolica in gravidanza

Gli effetti dell’alcol in gravidanza, anche se assunto in quantità moderata, sono visibili sulle cellule e sui tessuti in crescita del feto. Infatti, l’assunzione di bevande alcoliche può determinare malformazioni cerebrali.

Nella sua campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere“, AssoBirra ha cercato di sensibilizzare le donne sui rischi legati al consumo di alcol durante la gravidanza e su come prevenirli efficacemente.

Infatti, se è vero che l’attenzione al consumo di alcol in gravidanza negli ultimi anni è cresciuta, è anche vero che la consapevolezza su questo tema non è ancora abbastanza. “Se aspetti un bambino o hai in programma di averlo, evita di bere alcolici e chiedi al tuo ginecologo informazioni sui rischi dell’alcol in gravidanza”, spiegano i portavoce dell’organizzazione.

La birra analcolica può essere una soluzione? Dipende. Bisogna innanzitutto controllare il reale tasso alcolico. Le bevande analcoliche non sempre sono innocue, dato che possono contenere dell’alcol, anche se a un livello molto basso, compreso tra lo 0,1 e lo 0,5%. E va da sé che le bevande davvero sicure in gravidanza sono quelle a contenuto alcolico pari a zero.

La dottoressa Monica Calcagni, ginecologa e medico estetico, sfata in realtà questo falso mito sulla gravidanza. “Si può consumare la birra analcolica, ma anche quella alcolica se in quantità ridotta, pari a mezzo bicchiere al giorno – spiega e aggiunge – la stessa cosa vale per il vino che, consumato nella stessa quantità, non presenta alcun problema per il feto“.

Ma l’Istituto Superiore di Sanità non è dello stesso parere – “Anche in piccolissime dosi, l’alcol assunto in gravidanza può mettere a rischio la salute del bambino” – si legge sul sito.

Lo dimostra l’ultimo studio scientifico italo-spagnolo sulla sindrome feto-alcolica, diretto dalla dottoressa Simona Pichini, pubblicato Clinical Chemistry and Laboratory Medicine. Analizzando 168 coppie mamma-neonato, è stato dimostrato che anche quantità modeste di alcol consumate durante tutta la gravidanza sono rilevabili sia nel capello materno che nelle prime feci (meconio) dei neonati. Quindi anche bevendo poco ma spesso, il feto è esposto all’alcol materno.

Quindi che fare? Come sempre minimizzare il rischio è una strategia sempre salvifica. Inoltre, per ogni dubbio consultati sempre con il tuo ginecologo. Lui saprà elaborare la strategia giusta per te e il tuo bambino. Tanto la birra, alcolica e analcolica, è lì che ti aspetta.