Kuku? Kudzu? Cioè? Sicuramente ne hai sentito parlare ma con tutta probabilità non sai davvero cos’è, in più hai qualche dubbio sul come si prende e anche in fin dei conti sul perché. In realtà l’utilizzo si questo rimedio naturale affonda le proprie origini in tempi lontani, ovvero nell’antica medicina tradizionale cinese. Dal punto di vista botanico stiamo parlando della radice di una pianta, la Pueraria Lobata o la Pueraria Montana, appartenente alla famiglia delle leguminose.
Originaria del territorio asiatico, questa pianta è stata importata in Europa ormai da diversi decenni. Conosciuta in Asia anche con il nome di Gegen, in un recente studio si è dimostrata un valido alleato contro i problemi legati alla menopausa utile anche a preservare le capacità cognitive.
Principi attivi del kuzu
L’efficacia della radice di kuzu è sicuramente da ricondurre non alle sue caratteristiche nutrizionali bensì alla presenza di numerosi principi attivi. Tra i più importanti vi sono:
- polisaccaridi e glicosidi bioattivi come la puerarina;
- isoflavoni, come quelli della soia, tra i quali la ginesteina e daidzeina;
- antiossidanti.
Protagonista di molti studi in ambito scientifico è la puerarina, glicoside bioattivo che prende il nome proprio da questa pianta, le cui concentrazioni ematiche salgono significativamente dopo l’ingestione della suddetta radice. È proprio a quest’ultima che vengono attribuite gran parte delle proprietà terapeutiche del kuzu.
Proprietà del kuzu
Considerando l’uso tradizionale ma soprattutto gli ultimi studi scientifici sul kuzu e più specificatamente sulla puerarina, a questa radice si possono attribuire almeno 4 grandi proprietà:
- proprietà disintossicanti: per tradizione questa pianta è sempre stata utilizzata come rimedio naturale in caso di intossicazione da alcol;
- proprietà antiossidanti;
- proprietà fitoestrogeniche:molto apprezzate soprattutto dalle donne in menopausa. Durante la fase climaterica, infatti, questa radice potrebbe controllare l’insorgenza di sintomi e disturbi vasomotori come le vampate, contribuendo al contempo a proteggere le capacità cerebrali, cognitive e percettive;
- proprietà cardioprotettive: ad onor di cronaca osservate al momento soprattutto su modelli sperimentali, che potrebbero contribuire a ridurre il rischio cardiovascolare sia attraverso l’attività ipolipemizzante, efficace nel ridurre i livelli di colesterolo totale e LDL, sia attraverso l’azione antipertensiva;
- interessanti, seppur non ancora dimostrate, sarebbero poi le proprietà “anti-dipendenza” del kudzu, tecnicamente utili nel coadiuvare l’uscita dal tabagismo o dall’alcolismo.
Come si può assumere il kuzu
Generalmente si raccomanda l’assunzione di kuzu sotto forma di integratori, e più precisamente di estratto secco di radice titolato nei sui principi attivi. La titolazione, infatti, consente di conoscere esattamente le concentrazioni dei principi attivi, responsabili dell’efficacia terapeutica e preventiva di questa pianta.
Come si usa il kudzu in cucina
Tralasciando per un attimo le proprietà terapeutiche, che ricordiamo sono legate alla titolazione dei principi attivi, nella cucina asiatica il kudzu, o meglio la polvere di kudzu, viene impiegata nella preparazione di minestre, prodotti, da forni, gelati, dolci o verdure come una sorta di amido. La presenza di carboidrati infatti, circa 84 grammi per 100 grammi, esalta le proprietà addensanti di questo prodotto.
L’uso in cucina potrebbe essere dunque una scelta salutistica adeguata, seppur risulta difficile riproporre i dosaggi di principi attivi ottenibili con l’integratore e documentati per gli effetti positivi.