Insostituibile amica della natura, l’erba medica, conosciuta anche come erba di Spagna, oppure “alfalfa” è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose.

Dovete sapere che il nome erba medica però, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non ha nulla che a vedere con la medicina, ma deriva dalla Media e cioè la Persia, di cui era considerata originaria. Dall’Asia sud-occidentale si è poi diffusa in Europa e in Italia, in particolar modo in Emilia-Romagna, Lombardia, Marche e Veneto.

Si tratta di una particolare pianta che ha bisogno di crescere lontana dai terreni acidi: cresce rigogliosa in appezzamenti ricchi di calcio, freschi e molto profondi. In altre parole, come avviene anche per noi umani, l’erba medica soffre di eccesso di umidità.

Miniera di virtù per gli animali

Pianta foraggera per eccellenza, è utilizzata principalmente come coltura da fieno o per produrre farina disidratata come alimento per gli animali da carne, latte e uova: è ricca di proteine vegetali indispensabili per l’allevamento dei conigli, dei ruminanti e dei cavalli. Inoltre, se disidratata, questa pianta ha una resa maggiore in termini di proteine e fibre. E, dal punto di vista vitaminico, degli acidi organici e degli oligoelementi, l’erba medica costituisce una vera e propria miniera di sostanze nutritive, fondamentali per la crescita di animali sani e, naturalmente di latte, carne e uova di alta qualità.

Il successo della “medica”

L’erba medica è dotata di moltissime virtù, non necessariamente legate alle proprietà nutrizionali: questo vegetale è anche detto azotofissatore in quanto la sua coltivazione arricchisce naturalmente il terreno di azoto, che diminuisce invece drasticamente dopo ogni coltivazione. Ma il successo della “medica” si deve anche al suo ciclo riproduttivo: è infatti capace di autoimpollinarsi e, a tre mesi dalla semina produce già seme.

Infine, possiamo per certo affermare, che questa pianta abbia ottenuto negli anni un ruolo fondamentale contro l’inquinamento prodotto dalle attività agricole durante la cosiddetta rotazione annuale dei cereali.

Costituenti e proprietà terapeutiche

Per scoprirne la grandi qualità, è necessario capire quali siano i costituenti dell’erba medica: innanzitutto è ricca di saponine, ma anche di fibre solubili e insolubili, di fitoestrogeni, di vitamine B, E, D, e di provitamina A e K, di acido folico, di pigmenti antiossidanti come il betacarotene e la clorofilla e, infine, di sali minerali.

Sembrerebbe che un ruolo essenziale sia dato proprio dall’innumerevole quantità di saponine contenute e dotate di enormi potenzialità terapeutiche: si tratta infatti di molecole in grado di legarsi agli acidi biliari, interferendo con l’assorbimento del colesterolo ed esercitando, quindi, un’azione ipocolesterolemizzante. In pratica si “mangiano” il colesterolo cattivo dando una mano all’intero organismo a funzionare correttamente.

L’erba medica ha proprietà digestive, è un potente antinfiammatorio e antiossidante, è un’erba antinfiammatoria e rinforzante dei vasi sanguigni e dei capillari fragili, fa da sostegno all’attività antibiotica ed è ottima per il trattamento delle anemie. Inoltre, questa pianta, viene sfruttata anche in ambito omeopatico, dove la si può trovare sotto forma di tintura madre, granuli e gocce e viene utilizzata in caso di affaticamento fisico, stanchezza, debolezza e mancanza di appetito.

E se nella fitoterapia è considerata un cardiotonico naturale e ricostituente, nella medicina ayurvedica, i germogli di alfalfa sono utili al trattamento della ritenzione idrica e dei disturbi gastrointestinali.

Come usarla in cucina

Nell’alimentazione, i “germogli alfalfa” assumono diverse funzioni a seconda del momento dell’assunzione: se mangiati prima dei pasti aumentano l’attività gastro- intestinale, al contrario, dopo i pasti migliorano l’assorbimento dei nutrienti.

Si possono usare in moltissime ricette sia in aggiunta alle insalate sia per la preparazione di piatti sani. Naturalmente, il nostro consiglio è quello di consumarli al naturale e crudi magari aggiungendoli a vellutate o passati oppure a formaggi leggeri e delicati, come il tofu o i fiocchi o ancora accompagnandoli a pomodori, zucchine, sedano e insalata.

Potete anche unirli ad omelette e frittate o usarli per farcire tramezzini al salmone o tonno. Insomma, il bello di questa “erba” è che si abbina a tutto. Un’unica raccomanndazione: una volta lavata, conservatela in frigorifero in un contenitore ben chiuso e di vetro.

Il miele di erba medica

Il fiore dell’erba medica è nettarifero, tanto da riuscire a produrre facilmente miele: si tratta di un composto color ambra che può essere liquido oppure cristallizzato. È, come tutti i mieli, molto dolce e vellutato e ha il profumo dell’erba appena tagliata.

Il nettare ha riconosciute proprietà antispasmodiche, energetiche e tonificanti: ecco perché è perfetto come spuntino per gli sportivi aggiunto a un pezzo di formaggio.

Attenzione ai farmaci

Fate attenzione (e chiedete sempre il parere di un medico) a non mischiare l’erba medica con la ciclosporina, poiché la pianta potrebbe diminuire l’attività immunosoppressiva di questi farmaci; evitate di farne uso se state assumendo prednisone (poiché la “medica” potrebbe ridurne l’efficacia), anticoagulanti, antidiabetici e il farmaco antitumorale Tamoxifene.